Non è detto che il mondo multipolare (USA, Cina, India, Russia, Europa occidentale) sia quell'equilibrio che si era immaginato. La superpotenza USA non ha intenzione di mettersi da parte. Gli USA sono sempre in Ucraina con un imponente flusso di armi e denaro. Nel Vicino Oriente, dopo aver travolto la Siria di Assad, gli Stati Uniti sostengono l'offensiva genocida israeliana in Palestina e hanno mosso ed esibito la loro potente aviazione contro l'Iran. La Cina e la Russia non hanno posto il veto contro la guerra USA e di Israele al Consiglio di Sicurezza ONU, dove siedono nella decrepita collusione dei Vincitori del 1945. Non vi siede l’India, che da colonia inglese, in questi 80 anni è divenuta una superpotenza continentale, atomica indipendente e sovrana. L'Europa occidentale è stata ancora una volta allineata nella NATO, dove dovrà acquistare armi statunitensi. Il quadro è questo: gli USA vogliono dominare il nuovo mondo multipolare. Washington non proporrà un Nuovo Ordine Mondiale globalista come negli anni Novanta, ma una leadership affaristica e militare del più forte in nuova legge della jungla fra più superpotenze. Sia chiaro che la politica della Casa Bianca è senza soluzione di continuità tra Biden e Trump nel raggiungimento di questo obiettivo. Il fatto che sussista una forte polemica interna Destra/Sinistra nell’area occidentale che coincide con la sfera di influenza nordamericana deve considerarsi strumentale al funzionamento del sistema. In questa situazione, noi Italiani in Europa occidentale ci troviamo di nuovo trascinati, quasi senza resistenza, nella condizione di occupati collaborazionisti di Washington: “Franza o Spagna, purché se magna”. Una scelta politica indecorosa per una Europa, anche solo quella dell’Unione Europea, che conta una popolazione di 450 milioni, più degli USA. Questo indirizzo politico italiano, quanto europeo occidentale, va cambiato verso una politica di potenza europea autonoma dagli USA, in pace con la Russia, che può fornire il supporto energetico necessario al nostro sistema socioeconomico. Non si cerchino scuse scaricando la colpa altrove, nel bisticcio fra Destra e Sinistra, nel gioco delle porte girevoli dentro o fuori dall’Europa oppure nell’ipocrisia di finti pacifisti e finti bellicisti. Ci si deve liberare anche dalla comoda cuccia del disfattismo, di chi va a letto in pantofole dopo aver detto “non si può far nulla”. È necessaria una volontà che può nascere solo da una solida posizione politica per una potenza continentale europea. Una potenza europea che deve avere base in una ineluttabile logica geopolitica: in un mondo di superpotenze solo una Grande Europa può essere libera e indipendente, con alleanze che derivano dalla geografia e dal vivere nel medesimo continente. Questa visione deve divenire una idea politica per la quale battersi con costanza e decisione. Non sarà una battaglia né facile, né breve, ma è l’unica battaglia politica nell’interesse del nostro popolo e della nostra terra.